Le creazioni invitate alla decima edizione di F.I.S.Co. (Bologna 16-24 Aprile 2010), dal titolo (color cane che scappa)))), indagano il provvisorio introducendo nell'esperienza artistica una dimensione volitiva e illogica, a volte insolente, a volte enigmatica, a volte semplicemente ordinaria. Spettatore e performer condividono la medesima concretezza corporea di un organismo orientato al suo ambiente. L'adattamento avviene per espansione, come l'eliotropismo delle piante che si dispongono verso la luce, non 'guardano' la luce. Ma esistono anche altre figure a cui riferirsi: se lo spettatore è piantato, l'artista è cane, e l'esperienza è color cane che scappa. F.I.S.Co.10 propone un'atletica fragile, una ginnastica del provviso, in cui opera e comportamento hanno il medesimo valore. La scena è uno spazio di affetti più che di proprietà, i materiali segnalano forze o sintomi. Nei lavori presentati bolle spesso l'antinomia tra pianificazione e spontaneità (progetto & sentimento, economia & cultura). Il costume della libertà e la natura dell'autodomesticazione. Il festival ospita non soltanto spettacoli ma esperienze polimorfe e cangianti dalla natura transdisciplinare, spazi non stabilizzati in cui confluiscono danza, performance, visioni e osservazione critica.
"Il cane non ha una visione d'insieme; e neanche il senso del vero o il senso del falso e neanche la memoria storica. .. Il cane è un essere che tende all'incolore, dal punto di vista della sua essenza fisica ma soprattutto dal punto di vista intellettuale, specie quando corre, tanto è vero che per dire che uno ha indosso un vestito scolorito in dialetto si dice che ha su un vestito color cane che scappa." (da L'accalappiacani #1 - semestrale di letteratura comparata al nulla)
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The creations invited to the 10th edition of F.I.S.Co.,(Bologna 16-24 April 2010), entitled (color cane che scappa)))) (color of escaping dog), research the provisional, introducing a feisty and illogic dimension, sometimes insolent, sometimes enigmatic, sometimes simply ordinary. This edition of the festival presents a fragile athletics, where artwork and behaviour have the same value. The scene is a space of affections more than of property, the materials indicate forces or symptoms. In the presented works, one often sees the antinomy between planning and spontaneity (project & affection, economy & culture). The costume of freedom and the nature of autodomestication dart in the colorless trace of an escaping dog. Held in various locations, F.I.S.Co.10 hosts spectacles as well as polymorphic experiences of transdisciplinary nature: not stabilized spaces where dance, performance, vision and critical observation flow together.
"A dog has no unified vision, nor the sense of what is true or false, nor a memory for history. .. A dog is a being that, when running, tends to become devoid of color, from its physical essence and above all intellectual point of view, reflected in the dialect used to describe someone dressed in colorless clothes, said to be the color of an escaping dog." (from L'accalappiacani #1 - semestrale di letteratura comparata al nulla)