Lucia Amara vive e lavora a Bologna. La sua ricerca si focalizza sulla vocalità, sui linguaggi performativi e su alcune forme irregolari dei linguaggi letterari. Amara è una teorica dell’arte scenica particolarmente interessata alla sperimentazione tra teoria e pratica, e al dialogo con interlocutori di varie provenienze. Si è laureata in Lettere Classiche a Firenze con una tesi sulla democrazia nel De Repubblica di Cicerone e poi al DAMS/Università di Bologna, dove ha svolto il dottorato in collaborazione con Paris VII nel Dipartimento di Semiologia del Testo e dell’Immagine diretto da Julia Kristeva. Successivamente ha svolto un programma post-dottorale a l'Ecole des Hautes Etudes a Parigi sviluppando una ricerca sul movimento in riferimento a J.E. Marey e F. Brunot, seguita da una ricerca sugli archivi della parola e della voce. Ha scritto saggi su Antonin Artaud, Lewis Carroll, Michel De Certeau, Louis Wolfson. Nel 2005 è stata tra i critici chiamati da Romeo Castellucci alla Biennale Teatro di Venezia. Ha collaborato a riviste quali Art’o, Culture Teatrali, Doppiozero, e contribuito ai quaderni di F.I.S.Co. e Live Arts Week (Xing). Tra le pubblicazioni: Teatro Infantile. L’arte scenica davanti agli occhi di un bambino (Luca Sossella, 2019) con Chiara Guidi; cura di Utopie Vocali sul fenomeno della glossolalia affrontato da Michel De Certau, Paolo Fabbri e William Samarin (Mimesis, 2015); Loveeee - Journal (Xing, 2012) con Cristina Rizzo; co-cura di Overground di Luca Del Pia (Boiler, 2011); cura della monografia Kinkaleri 2001-2008. La scena esausta (Ubulibri, 2008). Sua la postfazione di Il Calcolo dei Dadi: azzardo e vita quotidiana di Marco Dotti (O Barra O, 2013). Ha collaborato con artisti della scena europea tra cui Cristina Rizzo (Jungle In, Dance N°3, Loveeeee), Kinkaleri ( I AM THAT AM I, TU DICI?, Certo Titolo), Claudia Triozzi (Per Una Tesi Vivente), Michele di Stefano/MK, Societas Raffaello Sanzio. Ha insegnato Teoria e Pratica della Performance alla Libera Università di Bolzano, e insegna Arte Drastica presso la Scuola Conia, diretta da Claudia Castellucci.
Lucia Amara works and lives in Bologna. Her research focuses on vocality, on performative languages and on some irregular forms of literary languages. Lucia Amara is a scenic art theorist who is particularly interested in experimenting between theory and practice. With a background in classical literature, semiology, performing arts and post-doctoral research (DAMS Bologna, University of Florence, Paris VII with Julia Kristeva, Ecole des Hautes Etudes with Georges Didi-Huberman, Scuola Normale Superiore di Pisa) she carried out research on ancient democracy, the physics of movement, glossolalie, gambling, the archives of speech and voice. She has written essays on Artaud, De Certeau, Wolfson, Deligny. In 2005 she was among the critics called by Romeo Castellucci to the Venice Biennale Teatro. She has collaborated on theatre magazines Art'o, Culture Teatrali, Doppiozero, and contributed to F.I.S.Co. and Live Arts Week books (Xing). Publications: Teatro Infantile. L’arte scenica davanti agli occhi di un bambino (Luca Sossella, 2019) with Chiara Guidi; Utopie Vocali, on the phenomenon of glossolalia observed by Michel De Certau, Paolo Fabbri and William Samarin (Mimesis, 2015); Loveeee - Journal (Xing, 2012) with choreographer Cristina Rizzo; Overground by photographer Luca Del Pia (Boiler, 2011); Kinkaleri 2001-2008. La scena esausta (Ubulibri, 2008); Calcolo dei Dadi: azzardo e vita quotidiana by Marco Dotti (O Barra O, 2013). She has collaborated with performance artists Cristina Rizzo (Jungle In, Dance N ° 3, Loveeeee), Kinkaleri (I AM THAT AM I, TU DICI?, Certo Titolo), Claudia Triozzi (Pour une thèse vivant), Michele Di Stefano/MK, Societas Raffaello Sanzio. She has taught Theory and Practice of Performance at the Free University of Bolzano, and has been teaching Drastic Art for some years at the Scuola Conia, directed by Claudia Castellucci.