"Nella doppia sala di Raum ogni nucleo operativo si muove autonomamente ridefinendo lo spazio performativo. A partire da uno stuolo di ‘punti di attracco’ (ovvero prese di corrente) in un ambiente completamente buio, gli impianti di amplificazione audio sono totalmente mobili, definendo traiettorie individuali; niente è possibile all’udito senza il contributo bipede dello spostamento. La vista, da parte sua, non ha appigli video-visuali: la performatività fisica, la centralità dell’autore che opera sulle proprie strumentazioni, l’intrigo installativo dei cavi e la conseguente riduzione/fantasmaticità estrema dello spazio adibito al pubblico, conducono a smarrirsi piuttosto che a indirizzare."