Jérôme Bel è un traghettatore di parole, di gesti, di storie individuali che toccano l’universalità. Come nel caso di Véronique Doisneau e di Lutz Förster, anche Cédric Andrieux, racconta e interroga sulla scena gli elementi costitutivi del suo 'mestiere' di danzatore. Sotto la regia di Bel, la voce monocorde di Cédric Andrieux, il suo corpo esposto allo sguardo, immobile o in movimento, che danza la sua vita briciola per briciola, pudico e vulnerabile, in questa messa in scena di se stesso, riempie il teatro di una presenza intensa in un muto legame tra la scena e la sala teatrale. Di Merce Cunningham si avverte l’aura in tutta lo spettacolo. Il solista Cédric Andrieux, in una perfetta articolazione tra gesto e linguaggio, racconta sè e il coreografo americano: trasmette la tenacia del maestro nel ricercare instancabilmente l’essenza del movimento e la libertà di interpretazione. I dettagli, gli aneddoti e le riflessioni fungono da trama per una messa in questione più vasta sullo statuto dell'interprete, le sue sfide ma anche le limitazioni che questo implica. Questa autobiografia danzata, oltre a funzionare come un compendio – storico, estetico, economico – della danza dei venti anni trascorsi, attraverso il prisma della soggettività, è anche un memorial. Il più vivo che sia dato visitare.
concezione e regia Jérôme Bel
realizzazione e interpretazione Cèdric Andrieux
estratti dalle coreografie di Trisha Brown (Newark), Merce Cunningham (Biped, Suite for 5), Philippe Tréhet (Nuit Fragile), Jérôme Bel (The Show must go on)
coproduzione Thèâtre de la Ville (Parigi), Festival d’Automne (Parigi), R.B. Jérôme Bel (Parigi); con il supporto di Centre National de la Danse (Parigi), La Ménagerie de Verre (Parigi), Baryshnikov Arts Center (New York)