produzione Netmage 06
Il progetto commissionato a ZimmerFrei si innesta nel festival in forma di residenza con aperture pubbliche quotidiane. Verranno creati dei prototipi per il progetto nascente sul 'ritratto periodico', incisioni visive di lunga durata a cui si sottoporranno alcuni ospiti del festival e altri prescelti, stratificando il tempo della propria presenza.
Immaginiamo delle icone frontali, realizzate con la tecnologia video e accompagnate da un analogo trattamento del sonoro, che contengano la densità di un tempo lungo e pressochè immobile.
L'intento è di testare il grado di permanenza di un corpo. Riuscire a visualizzarlo come un pulviscolo denso e vibrante di particelle dall’indole gregaria, all’interno del quale il movimento è costante. Il corpo nel momento del presente non sta fermo un attimo. Gli stretti legami elettrici che sottendono alla materia che lo definiscono come un'entità unica e singolare sono di natura dinamica. Ma se quest’abitudine al coagulo materico venisse meno? Se lo spazio che separa le particelle tra di loro aumentasse progressivamente fino ad invertire la proporzione tra pieni e vuoti?
In questo processo di fluidificazione il soggetto non tenta più di spiccare dallo sfondo. Piuttosto diventa plurale e si fonde con la superficie circostante, si confonde con l’architettura, riuscendo ad abitare alcuni precisi istanti di tempo con insistenza, mantenendo però una specifica luce, una profondità e un volume.
The project commissioned to ZimmerFrei is grafted onto the festival in the form of a residence with a daily public aperture. Prototypes will be created for their nascent project 'periodic portrait', long-duration visual incisions where several festival guests and others pre-chosen will be exposed, stratifying time in their presence.
Let's imagine frontal icons, realized with video technology, accompanied by an analogue treatment of the sound that contains the density of a long, all but immobile time.
The aim is to test the level of permanence in a body. To succeed at visualizing it as a powder, dense and vibrant with particles of gregarious indole, internally in constant movement. The body in the present moment does not stay still even for a second. The grasping electric bonds that stretch the material and define it as a unique and single entity are dynamic by nature. But if this custom of curd matter were to become less? If the space that separates the particles from each other were progressively augmented until the proportions between full and empty were inverted?
In this process of fluidification, the subject no longer tries to detach itself from the background. Instead it becomes plural and melts into the surrounding surface, confusing itself with the architecture, managing to live for several precise moments in time with insistence, still maintaining a specific light, profundity and volume.