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Fake Synthetic Music

 Stine Janvin Motland

 
 

Fake Synthetic Music è una performance per voce, luci e spazialità concepita da Stine Janvin, sound artist che sfrutta l’ampio spettro della propria voce per trasfigurarla dal piano biologico, naturale e umano, in una curiosa emulazione di quanto prodotto dal mondo delle macchine. Janvin si concentra sugli aspetti fisici del suono, sulle possibilità della voce come strumento, e sull'ambiguità tra naturale e artificiale, organico e sintetico, minimale e emotivo. In concerto presenta una Falsa Musica Sintetica, concetto di sua invenzione che si è recentemente concretizzato in un doppio LP, uscito per la PAN Rec. A Bologna Janvin porta un live sviluppato in collaborazione con Morten Joh, che scatena un'esperienza fisica e ambientale costruita sulla gamma di frequenze acustiche generate esclusivamente dalla sua voce. Janvin offre un’originale interpretazione di un 'rave decostruito', come in un corpo-a-corpo, esplorando le illusioni sonore e ottiche, le emissioni otoacustiche e le sequenze melodiche minimali, con esplicito riferimento alle attuali correnti pop, dalla techno e alla trance music.

voce Stine Janvin Motland
luci Morten Joh

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Fake Synthetic Music is a live performance for voice, echo, lights and spatial distribution conceived by Stine Janvin, sound artist who works with the extensive flexibility of her voice and the ways in which it can be disconnected from its natural, human connotations. The backbone of Janvin’s projects focus on the physical aspects of sound, vocal instrumentation and potential dualities of the natural versus artificial, organic/synthetic, and minimal/dramatic. Janvin’s sound performance is an ongoing exploration of her Fake Synthetic Music concept, recently materialised as a double LP on PAN records. Presenting a piece for voice and lights developed in collaboration with Morten Joh, she aims to trigger a full-body physical and ambient experience built from the frequency range of her acoustic voice. Using only her vocal archive, inspired by past and present producers of architectural electronic music, Janvin offers a new take on 'deconstructed rave' by exploring both sonic and optical illusions, otoacoustic emissions and minimal melodic sequences in reference to pop, techno and trance.