Spectacles è un progetto avviato nel 2016 da Sara Manente, coreografa e ricercatrice, prendendo spunto dalla distanza tra linguaggio ed esperienza dei fenomeni della danza e della performance. Seguendo una linea critica che interpreta la sovra-capitalizzazione del linguaggio come una sua trasformazione in strumento di oppressione, Spectacles si propone di rivedere questo rapporto, emancipandolo dal punto di vista della performatività. Quali sono i limiti nel parlare di un'esperienza estetica? Di cosa parliamo quando si parla di danza? Come si fa a parlare di qualcosa di cui non sappiamo come parlare? Quale lingua è in grado di performare una coreografia? Come possiamo muoverci con-e-fuori dalle parole? Tra le sue varie declinazioni Spectacles ha assunto la forma filmica, documentando le reazioni e le esperienze di spettatori e artisti. Il progetto ha avuto il via durante Live Arts Week 2016 a MAMbo e, dopo ulteriori tappe tra Belgio, Italia e Francia, sarà presentato a Bologna nella sua forma finale. La presentazione di Spectacle #4 a Raum sarà accompagnata da yoga anaglifo per gli occhi e un 3Djset di Christophe Albertijn, adottando un approccio sensibile e sensuale per una questione molto complessa: "Contro il mito della trasparenza: senza opacità non riusciremmo a vedere".
"Comincio con la scrittura (il linguaggio è movimento), poi intervisto persone (chi parla di danza?), uso la bocca per fare nodi con i gambi delle ciliegie (non l'avevo mai provato prima) e compongono un film verticale perché lo spazio virtuale è meglio di quello verosimile, come avrebbe potuto dire Paolo Uccello. O meglio: accumulare per sbucciare."
In Spectacle #4 le parole si mettono a danzare, e la danza a parlare. Usando l'ekphrasis, antica pratica della descrizione verbale di un'opera d'arte non fisicamente presente, il film parte da una serie di interviste su come si parla (o no), si capisce e si ricorda una performance, per evolversi in più rifrazioni interpretative. Grazie a una tecnologia 3D DIY e con un approccio poetico, Sara Manente e Christophe Albertijn hanno raddoppiato/sfasato l'immagine, creando un gap tra due superfici aggiungono una prospettiva virtuale. Il film si può vedere con o senza occhiali 3D, giocando con la propria percezione. Così hanno voluto rappresentare la molteplicità di livelli della danza e la complessità della traduzione da un mezzo all'altro.
Spectacle #4
immagini, suono e montaggio Sara Manente e Christophe Albertijn
con Mari Matre Larsen, Jaime Llopis, Norberto Llopis Segarra, Beatrice Balcou, Sabine Macher, Muna Mussie, Alix Eynaudi, Alice Chauchat, Trond Reinholdtsen, Maria Teresa Polverelli, Marco Berrettini, Beatrice Colignon, Silvia Fanti, Daniele Gasparinetti, Ottavia Guarese, Sara Manente, Pietro Bertazzo, Helena Dietrich, Arantxa Martinez, e.a.
produzione CABRA vzw
coproduzione Beursschowburg
col supporto di BUDA and De Vlamse Gemeenschapscommissie
in collaborazione con Bains Connectives, Xing, DePianofabriek, Les Ateliers Claus
col sostegno di Hiros
si ringraziano tutti i partecipanti alla ricerca Spectacles (2016)
Spectacles is a long time research held by the choreographer Sara Manente about the critical relation between dance and language from an economical, poetical and performative point of view. Which movement produces a description? What is dance talking about? In 2016 for the Live Arts Week in Bologna, the project took the form of an ongoing set for a film documenting reactions and experiences of spectators and artists. After several productive steps in Belgium, France and Italy, it comes back in its final form. The launch of Spectacle #4 at Raum (a work of fiction to be viewed with & without 3D glasses) will be accompanied by some angliphic yoga for the eyes and will close with a 3Djset by Christophe Albertijn, following the artists' desire to convey the complexity of this topic in a rather excessive and sensual way. "Against the myth of transparency: without opacity we wouldn't be able to see. "
Spectacle #4. Dance is difficult to summarize in words. From the moment we begin to use text to describe our experiences, their meanings become narrowed. Making use of ekphrasis, the description of an imagined or existing thing, but not a physically present work of art, the film begins with a series of interviews that reveal how we do or do not talk about, understand and remember a performance. Sara Manente and Christophe Albertijn set words into dance and dance into words, literally. Thanks to 3D technology they made themselves, Manente and Albertijn double the images, creating space and adding virtual perspectives, that phisically represent the way in which the multilayered character of dance is represented. Film, dance, everything is in three dimensions, in order to show the complexity of translating from one medium to another.
"In Spectacle #4 there are descriptions and tongue-twisters, movements precious as 'pearls' and others so old that we can barely remember, dictations, fauns and afternoons, replay and retelling, doing nothing, Paolo Uccello, drunken explanations of what “wabi sabi”, speculations about my taste and your taste, woven and knitted fabrics ... "