Traced, seconda opera dell’artista uscita per la label berlinese Sonic Pieces, è uno studio immersivo sulle moderne tecnologie digitali di sorveglianza e sul modo in cui influiscono e confluiscono nella nostra percezione cosciente. La grammatica di algoritmi generata dalle reti di monitoraggio dati e dai sistemi di riconoscimento facciale viene tradotta e convertita in frammenti audibili, disegnando ritratti sonori in grado di catturare ciò che la sensibilità umana normalmente elude. Composizioni permeate da una costante tensione sospesa, sommerse tra dati periferici e codifiche ubique, nelle quali l'artista riesce a catturare e restituire una cullante irrequietezza, sviando la concentrazione e la percezione dell'ascolto. Jamine Guffond è abile manipolatrice di tali confini auditivi, occultati da infiltrazioni di virali presenze umane o artificiali, rendendo così l'esperienza sensoriale complessa e stratificata: da rilevare, localizzare e decifrare.
Traced, a second work by Jasmine Guffond released for Sonic Pieces, is an immersive study of modern digital surveillance technologies and how they affect and come to our conscious perception. The grammar of algorithms generated by data-monitoring networks such as facial recognition systems is translated and converted into auditory fragments by drawing sonic portraits that capture what human sensitivity normally avoids. Compositions permeated by a constant suspended tension, submerged between peripheral data and ubiquitous encodings, in which the artist succeeds in capturing and returning a relentless restlessness by diverting the concentration and perception of listening. Jasmine Guffond is skillful manipulator of such auditory boundaries, possessed by infiltrations of viral human or artificial presence, thus making the complex and stratified sensory experience to be detected, locate and decipher.