Con Squatter, regarder le ciel Olivier Kosta-Thèfaine si insedia per alcuni giorni nello spazio della Ex GAM. Qui svolge una sua attività, seminascosto su un trabattello e visibile solo in uno squarcio di tempo che potrebbe essere indefinitamente lungo. La superficie da affrontare è enorme. Con una tecnica sapientemente maturata nel corso degli anni, usa gli effetti cromatici prodotti dalla combustione della fiamma di un accendino per comporre figure puntillistiche sul soffitto. Questi graffiti possono ricordare una certa tradizione decorativa bizantina o moresca, forse importata dai nuovi immigranti della banlieue, ma non si tratta di questo. La vastità dello spazio da riempire - un intero cielo - corrisponde al tempo dilatato di un lavoro non richiesto. Abitanti annoiati squattano vasti edifici periferici, corridoi e trombe delle scale in cemento. Questi sono i luoghi di un incontro possibile tra vandalismo e poesia.
With Squatter, regarder le ciel Olivier Kosta-Thèfaine installs himself at Ex GAM for some days. Here he carries out his activity, half-hidden on top of some scaffolding, visible only within a shred of time that could be of infinite length. The surface-area that he must contend with is enormous. With a technique that has been expertly honed over the course of years, Kosta-Thèfaine uses the chromatic effects produced by the flames of a cigarette lighter to compose pointillist figures on the ceiling. If we are deprived of this preliminary information, these markings might remind us of a byzantine or Moorish decorative tradition, perhaps imported by new migrants to the banlieue; but this isn’t what the piece is about. The vastness of space to be filled – an entire sky – corresponds to the expansive length of time of an unnecessary labour. Bored inhabitants squat vast peripheral buildings, concrete corridors and stairwells. These are the places of a possible encounter between vandalism and poetry.