Untitled (2005-2015) è un oggetto ai limiti della indefinibilità, pensato come una situazione in cui lo spettatore/visitatore decide un proprio tempo e luogo. Uno spazio buio è l'ambiente in cui si sviluppa questa coreografia di figure umane che attivano delle zone di sfocatura, creando uno stato di 'insicurezza ontologica' tra persone e cose, tra soggetto e oggetto, tra attivo e passivo. E' una situazione che invita a sperimentare l'indeterminatezza come espediente per contrastare il bisogno di conoscere il futuro e controllarlo, e per negoziare tra una serie di dicotomie: pubblico e privato, spettatore e performer, finzione e realtà, vita e morte. E' proprio nello stazionamento che si rende possibile la creazione di configurazioni temporanee, in cui ognuno - insieme ad altri - forma una comunità compositiva e percepisce il buio del proprio tempo come qualcosa che non cessa mai di coinvolgerlo.
Untitled (2005-2015) is conceived as a situation where the spectators/visitors decide their time and space. In a dark space a choreography of human figures unfolds to produce moments that activate and blur 'ontological insecurity' between person and things, subject and object, the active and the passive. This uncanny situation invites the public to experience indeterminacy as a mean to thwart the need to know and control the future, and to negotiate with the dichotomies such as the private and the public, spectators and performers, fiction and reality, life and death. By giving some time to the work each one will make possible the production of temporary configurations where together with others each one perceives the darkness of her/his time as something that never ceases to engage her/him.