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A Spell Toward of the Darkness

 Ben Rivers, Ben Russell

 
 

A Spell Toward of the Darkness, titolo del primo lungometraggio nato dalla collaborazione tra i registi Ben Rivers e Ben Russell, guarda alla storia del cinema come sogno e rituale, invocando quella forma di magia che un tempo animava la natura ma che la modernità ha bandito dal mondo. Un uomo (Robert AA Lowe, musicista noto con il nome di LICHENS) si muove al centro di tre diverse situazioni, ognuna delle quali ritrae un paesaggio e un contesto sociale diversi: 15 persone appartenenti ad una comune su un'isola Estone, un casa isolata nella Finlandia del nord, ed un club di Oslo, in cui è in corso un concerto Black Metal, ripreso in un'unica lunga sequenza di quasi mezz'ora. Per Ben Rivers i tre scenari "esplorano dei modi possibili di essere nel mondo, nel senso positivo del termine, per certi versi sono delle utopie temporanee". Comunalità e solitudine sono negoziati davanti alla cinepresa mediante la relazioni tra i corpi e i paesaggi. A Spell Toward of the Darkness non è fiction ma neanche un documentario: è un documento ibrido su un passato/presente/futuro che solleva la questione su come potremmo vivere e perchè fare determinate scelte.

www.aspelltowardoffthedarkness.com

film, italian premiére

95', 2013

A Spell Toward of the Darkness, the title of the new feature film from Ben Rivers and Ben Russell, looks back to the history of cinema as dream and ritual, the invocation of a form of magic that once animated nature but was banished by modernity. One man (the musician Robert AA Lowe, best known for his intense live performances under the name LICHENS) is observed in three distinct sections, each depicting a different landscape and social situation: a 15-person island commune in Estonia, an isolated house in northern Finland, and a venue in Oslo, where a Black Metal performance is captured in a single shot that lasts nearly half an hour. Ben Rivers comments that the three sections explore "possible ways of being in the world in a positive sense, in some ways temporary utopias". Community and solitude are negotiated through the relation between bodies and landscape mediated by the camera. This is non-fiction but it is not a documentary: a hybrid document of the past/present/future, it might be described as about ways of being. In the widest sense, it prompts questions about how we might live and why we might make those choices.