Il lavoro di Cornford nasce da una fascinazione per i dispositivi audio di uso comune e per il modo in cui questi mezzi venduti per consumare musica determinano in modo crescente il nostro coinvolgimento nella sfera uditiva. Riconfigurare questi strumenti dall'interno, re-immaginarne la funzionalità e opporsi alla loro obsolescenza cercandone l'intrinseca poesia sono per Cornford strategie con cui sfidare le convezioni d'uso, il conformismo sociale e il mito del progresso tecnologico. Il suo lavoro si muove tra progetti in spazi espositivi e live prendendo la forma di installazioni cinetiche o di concerti processuali, cercando sempre situazioni in cui i materiali – siano essi solidi, spaziali o sonori – abbiano lo stesso suo controllo sugli esiti formali.