Per il live I could see the clouds over Neukölln Bosetti utilizza come strumento il MaskMirrror (Maschera-Specchio), un software che ha sviluppato nel 2008. Nelle performance dal vivo MaskMirror riorganizza il linguaggio parlato affrontando simultaneamente musicalità e narrazione come due aspetti dello stesso fenomeno. Questa ‘macchina’, che ricorda i primi e impacciati calcolatori barocchi di Gottfried Leibniz e Blaise Pascal, non segue principi matematici ma tende piuttosto a scardinare il fluire della lingua e i suoi significati rimontandoli in sequenze casuali su diverse dimensioni: da singoli fonemi e minuscoli suoni vocali a unità lessicali o frammenti prosodici MaskMirror sputa fuori frasi, parole isolate, tic vocali risate occasionali, inciampi e discorsi. Dal vivo, Bosetti intreccia la propria voce con quella campionata dalla macchina, in una forma di 'ventriloquismo elettronico'.