performance, prima italiana
Faire un four è un'espressione del XVII secolo che significa 'subire una sconfitta'. Letteralmente sarebbe 'fare un forno' ma suona come 'fare un quartetto'. Faire un four parte da quattro persone, le loro fisionomie e le loro danze. Non è tanto l'individualità che qui interessa, quanto la rilavorazione del 4 inteso come cifra dello spazio multiplo in cui si stratificano modi di fare con la danza, dopo una lunga pratica di interpretazione, alterazione e adattamento al movimento dell'uno all'altro. La performance si costituisce come architettura scenica, scandita in 4 soli. Percependo la contaminazione e il contagio, i sinominimi e gli omonimi, sia i performer sia gli spettatori la fanno esistere come un insieme: cogliere la somiglianza significa farla accadere. Faire un four produce una collezione fisica e verbale in cui si mette in dubbio l'effettualità del riconoscimento e si esalta l'opacità delle cose. Ogni segno viene sottilmente confuso e messo alla prova. Il lavoro è dedicato a Marcel Broodthaers e Andy Kaufman, due artisti che hanno indirizzato la società e l'arte verso uno sforzo perpetuo di rinarrazione, ridefinizione e scrittura, riformulando la realtà, l'identità e la fisicità come campi del possibile.
Alla esecuzione di Faire un four, presentata a Live Arts Week come adattatamento speciale della versione integrale di 90 minuti, sarà accompagnata la distribuzione del dvd Collection, il film di Marcelo Mardones che, attraverso una serie di impressioni cinematiche, riflette i materiali del processo performativo e della scena.
ideazione e creazione Sara Manente
performance e creazione Jonas Chéreau, Ondine Cloez, Madeleine Fournier, Marcos Simoes
musica Christophe Albertijn
film Marcelo Mardones
collaborazione drammaturgica Constanze Schellow
coaching Michiel Reynaert
disegni Hadas Cna'ani
produzione CABRA vzw, Beursschouwburg, Workspace Brussels, Monty
produzione esecutiva Mokum vzw
col sostegno di WpZimmer, Apt/A.Pass, WorkSpaceBrussels, Impulstanz/Vienna, MDT Stockholm, in collaborazione con Swedish international dance program Konstnärsnämden, e col supporto di Flemish Community
performance, italian première
Faire un four is an expression from the XVII century theatre world which means 'to suffer a defeat'. Literally it is 'to make an oven' but it almost sounds like 'to make a four' hence 'a quartet'. How do we recognize something as something? Anybody as somebody? Faire un four departs from four people, their physiognomy and their dances. It is not interested in individualism but in reworking the 4 as a multiple space layering ways of doing things with dance, after a long practice of interpreting, altering, adapting each other’s movements. The subject of creation is the dance, but also the dancer as a self relating to others, being influenced and multiple. Four solos generate the base for the performance while the actual piece constructs a scenic architecture for performers and spectators to process what they perceive, since to perceive resemblance is to make it happen. Faire un four produces a physical and verbal collection in which the productivity of recognition as well as the opacity of things are questioned, confused and challenged. The work is dedicated to Marcel Broodthaers and Andy Kaufman, two artists who have addressed society and art in a perpetuous effort of renarration, redefinition and rewriting - reformulating 'reality', 'identity' and 'physicality' as the field of the possible.
concept and creation Sara Manente
performance and creation Jonas Chéreau, Ondine Cloez, Madeleine Fournier, Marcos Simoes
music Christophe Albertijn
film Marcelo Mardones
dramaturgical collaboration Constanze Schellow
coaching Michiel Reynaert
drowing Hadas Cna'ani
production CABRA vzw, Beursschouwburg, Workspace Brussels, Monty
executive production Mokum vzw
with the support of WpZimmer, Apt/A.Pass, WorkSpaceBrussels, Impulstanz/Vienna, MDT Stockholm, in cooperation with Swedish international dance program Konstnärsnämden, and the support of Flemish Community