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Appunti per corridoi che si fingono ascensori

 Riccardo Benassi

 
 

Appunti per corridoi che si fingono ascensori. In quella Domenica d'Aprile gli era venuta l'idea di tradurre, in una scala di valori comprensibile a tutti, lo spazio di un teatro obsoleto. Con quattro fasce verticali colorate avrebbe potuto ridare senso all'architettura attraverso un'esperienza passeggera, come se l'edificio, alla sera, decidesse di andare a cena con il suo pubblico. Più immaginava le quattro fasce colorate e più le vedeva come rampe di lancio discorsive, contenitori di storie perpendicolari alla realtà. "Insomma, gli era presa quella smania di chi racconta storie e non sa mai se sono più belle quelle che gli sono veramente accadute e che a rievocarle riportano con sè tutto un mare d'ore passate, di sentimenti minuti, tedii, felicità, incertezze, vanaglorie, nausee di sè, oppure quelle che ci s'inventa, in cui si taglia giù di grosso, e tutto appare facile, ma poi più si svaria più ci s'accorge che si torna a parlare delle cose che s'è avuto o capito in realtà vivendo." (Il Barone Rampante, Italo Calvino - 1957)

Appunti per corridoi che si fingono ascensori. On that Sunday of April he came up with the idea of translating, on a scale of values ​​that everyone understood, the space of an obsolete theatre. With four coloured vertical stripes, he could give back meaning to architecture through a passing experiment, as if during the evening the building decided to go to dinner with his audience. The more he pictured the four coloured bands the more he saw them as discursive launching pads: containers of stories perpendicular to reality. "In fact he was carried away by that mania of the storyteller, who never knows which stories are more beautiful – the ones that really happened and the evocation of which recalls a whole flow of hours past, of petty emotions, boredom, happiness, insecurity, vanity, and self-disgust, or those which are invented, and in which he cuts out a main pattern, and everything seems easy, then begins to vary it as he realizes more and more that he is describing again things that had happened or been understood in lived reality." (The Baron in the Trees, Italo Calvino - 1957)