Due spazi speculari, divisi da una parete. Uno degli spazi è abitato da una figura, tre microfoni, un divano, alcuni oggetti ed una telecamera che riproietta il tutto nello spazio attiguo. Quest'ultimo è a sua volta abitato dalla proiezione, da un pubblico, da un microfono e da una seconda figura, in una simulazione di dialogo che indaga il vissuto quotidiano del soggetto in causa. Il pubblico è messo nella condizione di vivere consapevolmente e simultaneamente due spazi e due tempi. In 1Per1 lo spazio dell'azione, della visione e dell'esperienza collidono in una mise en abîme, unicamente svelata dal backstage a scena aperta. Anche la quotidianità riportata -scansione del banale accadere di fatti comuni- appare straniata nella non corrispondenza di domande e risposte, nel cortocircuito di dichiarazioni e azioni a più sensi e tempi. Ciò che si insegue è la creazione di un possibile clima, mediante la qualità fotografica di un'immagine. Uno spazio visivo che si fa spazio scenico e che accoglie una partitura di azioni in continua sospensione tra un dentro e un fuori. I protagonisti con nomi e cognomi di 1PER1 rappresentandosi rappresentano un 'qualunque', figura del contemporaneo delineata da Agamben.
"L’essere che viene: né individuale né universale, ma qualunque. Singolare, ma senza identità, definito, ma solo nello spazio vuoto dell’esempio. E, tuttavia, non generico né indifferente: al contrario, tale che comunque importa, oggetto proprio dell’amore." (G.Agamben)
di Muna Mussie con la collaborazione di Luca Mattei
in scena Muna Mussie e Michele Bruzzi
direzione video Luca Mattei
fotografia Leonardo Monti
sostegno produttivo Xing/Raum