prima nazionale
Eva Meyer Keller cura una serie di esecuzioni sul tavolo da cucina, con grande meticolosità, trasformando dei semplici gesti quotidiani in atti brutali. Osservando in diretta queste procedure, lo spettatore si ricorderà di tutte le morti viste nei film ma anche della concretezza di un omicidio reale… Un gioco di associazioni mentali che attingono ad esperienze individuali e collettive. Death is Certain è nato dal desiderio di fare qualcosa veramente semplice e accessibile. Mi interessavano le favole, in cui gli oggetti diventano una superficie su cui proiettare esperienze e fantasie personali. Lì la logica funziona in maniera diversa: gli oggetti hanno vita propria… è un po' come quelli che iniziano a parlare con la macchina o col computer… In Death is Certain costruisco delle situazioni e lascio il resto all'immaginazione dello spettatore. Perché per me una performance è quello che si fa ma anche il modo in cui viene recepito… In scena maneggio solo attrezzi inoffensivi, oggetti che tutti tengono in casa, in cucina o nella cassetta degli attrezzi, cose che trovi al supermarket… Chiunque sa come ci si sente a tenere in mano un coltello, un asciugacapelli o un ferro da stiro. Non faccio male a nessuno… è solo l'immaginazione che rende tutto crudele.
Death is Certain
di e con Eva Meyer-Keller
produzione Eva Meyer-Keller
con la collaborazione di Vooruit Gent, Stuk Leuven
e la complicità di Alexandra Bachzetsis, Juan Dominguez, Mette Edvardsen, Cuqui Jerez, Martin Nachbar