Andreas Golinski propone una riflessione sui modelli coercitivi di convivenza e di lavoro imposti dall’economia postindustriale e globalizzata. Le sue installazioni, in cui ricorre la metafora dell’ingranaggio industriale, sottopongono lo spettatore a esperienze percettive che suscitano smarrimento, attraverso percorsi obbligati e talvolta fuorvianti, monumentali sbarramenti realizzati assemblando strumenti da acciaieria e drammatici effetti di luce che fendono l’oscurità rivelando forme inattese, come accade nel caso di It was a long way down produzione site specific concepita in occasione di questa mostra.
A cura di Andrea Lissoni / Xing