Ogni paesaggio necessita di un medium per realizzarsi. Ma se, nella spirale in cui si svolge ogni atto creativo, quando un’opera futura è vicina alla nascita, lo spazio si incrina in qualcosa di più simile al tempo, e, a sua volta, il tempo si aggroviglia a certe evanescenti figure, quasi di spettro, allora, sicuramente, resterà solo una Dimensione, un altro Paesaggio speciale, finché la spirale ritornerà ancora circolo, giostra viziosa, anello trasparente.
Speak, Memory, Speak è il primo passo che Fanny & Alexander affonda nel paesaggio letterario nabokoviano, una ricognizione che ha a che fare con le apparizioni e col loro strano spietato linguaggio, con un sovrumano desiderio di realtà
Il giovane cronofobico You Person, ripercorre il vuoto sterminato del suo tempo prenatale (egli stesso è un personaggio di una fiction ancora a venire), e quello ancora più minaccioso che si spalanca al di là della sua congetturale e ipotetica esistenza futura. Egli tenta disperatamente di aggrapparsi a quell’esiguo brandello di realtà che la contingente natura live di questo video gli consente. Da lui ci si aspetta che accetti i due neri vuoti, così come egli fa con l’illusoria e fugacissima visione che balena e sfarfalla tra loro. “Ma ogni Immaginazione, suprema delizia dell’immortale e dell’immaturo, dovrebbe essere sempre, a suo modo, limitata”. (V. N.)
Hai capito? Ehi, tu! Persona! Hai capito? Dovresti proprio andarci piano!...
scritto da Chiara Lagani
regia Luigi de Angelis
video Zapruder
musiche Vincent Gallo
suoni e remixaggio Luigi de Angelis
con Marco Cavalcoli