Punto di partenza di questo progetto biennale di Cristina Rizzo,che parte col nome Junglein, è la scrittura di una partitura coreografica inusuale che comprenda tutte le possibili sfumature espressive di un soggetto in movimento, coreografo ed interprete della propria immaginazione.
In una seconda fase, la scrittura verrà consegnata ad altri 4 coreografi ai quali verrà chiesto di tradurla ed interpretarla, seguendo scrupolosamente le indicazioni date ma con la propria sensibilità dinamica ed espressiva, con il proprio processo intimo di costruzione di un immagine.
Successivamente l'interprete originale (Cristina Rizzo) reinterpreterà a sua volta il materiale rielaborato dagli altri interpreti, confrontandosi a questo punto con una 'forma dinamica estranea'.
La prima fase del progetto, frutto della residenza a Raum, si sviluppa intorno alla realizzazione di una 'scrittura' composita. Diverse forme di esperienza attraverseranno il processo nel suo svolgersi quotidiano. Ciò che di solito accade al di fuori dello sguardo dello spettatore, viene reso visibile, visitabile: lo studio è aperto, troveremo una presenza in cerca di immagini in una stanza vuota. A questo processo contribuiscono gli 'aiutanti' Virgilio Sieni, Michele di Stefano, Eva Marisaldi, Stefano Tomassini, Lucia Amara, Invernomuto, Filippo Timi, Massimo Conti/Kinkaleri, Andrea Lissoni, fornendo tracce di varia natura, e i due sembianti Klaus Miser e Alessandro Sciarroni.