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Versione

Mene Tekel Peres

 Socìetas Raffaello Sanzio, Romeo Castellucci

 
 

L’opera è composta da uova fecondate e incapsulate in un laccio emostatico. Mene Tekel Peres è la scritta premonitrice di morte e distruzione che Baldassar, re infedele a Dio, durante un suo banchetto, vide tracciata su un muro.
Il laccio emostatico è un tubo attraverso il quale non passa nulla e la cui funzione è quella di stringere altri condotti, altri flussi. Qui al suo interno, sono costrette alcune uova fecondate. L’immagine si blocca in una delle prime fasi della vita.  La vita sembra incominciare nella doppia prigione dell’uovo calcificato e del laccio, ma l’opera potrebbe anche suggerire l’idea di una muta di serpente, simbolo fin dall’antichità, di immortalità. In effetti quest’opera ha l’aspetto di un serpente saziato, ma ricorda anche il serpente dell’Apocalisse, giacente ai piedi della Donna che sta per partorire, pronto a divorare la vittima prima ancora che nasca.
Mene Tekel Peres assomiglia anche a una clessidra, i cui calici (del tempo passato e di quello futuro) sono egualmente pieni, anzi strapieni, già invasati di tutto il tempo. I gusci sono i calici del tempo cristallizzato, quel tempo che già batte all’interno dei tuorli.

Progetto
Romeo Castellucci
Coordinamento e realizzazione
Aldo Miguel Grompone, Roma
Cura e Coordinamento a Cesena
Cosetta Nicolini, Gilda Biasini, Claudia Castellucci
Realizzazione prototipi
Stephan Duve
Assistenti alla produzione
Stefania Agnello, Valentina Alferj,
Alessandra Ferrando
Segreteria a Cesena
Michela Medri, Elisa Bruno
Squadra Montatori
Massimo Abbondanza, Claudio Casavecchia, Flavio Urbinati
Un particolare ringraziamento a
Prof. Michele La Placa Direttore
Dott.ssa Ornella Varoli, Responsabile del Settore di Batteriologia, Micologia e Parassitologia
(Dipartimento di Medicina Clinica Specialistica e Sperimentale, Sezione di Microbiologia, Università di Bologna)