Village Oblivia (2008) vuole misurarsi con uno spazio, abitarlo, e accogliervi una serie di eventi e oggetti. Un essere informe, un insediamento nomade, esteso sulla lunga durata, dove fermarsi e deambulare. Un ambiente in lento progress in cui è possibile aggrapparsi a forme e ad abbozzi di immaginari. Il villaggio accoglie contributi esterni attraverso i quali si alimenta, gioca e dialoga, assecondando flussi ed umori lungo una linea temporale aperta, ma dipanata in fasi d’azione. Se il suono - seppur in molteplici forme - occupa costantemente l’ambiente, l’alternanza di presenze eteree e fisicamente reali ne è complemento, ognuno attivando spazi percettivi e reazioni a catena, oppure semplicemente accadendo.
Il progetto è sviluppato in tappe, all’interno di luoghi sempre differenti, seguendo la propria indole nomade e costantemente in fieri, vagando e ricomponendosi nelle diverse circostanze: ogni volta si assisterà ad un processo di ri-costruzione, ad una relazione rinnovata con gli spazi e ad una mutevole lista di abitanti.
In occasione della prima tappa di Village Oblivia è prevista l’uscita di un numero speciale di ffwd_mag, ulteriore ampliamento dell’indagine visiva del progetto.