Mercoledi 18 dicembre 2024 dalle h 16 alle 22 Xing, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Bologna, ha presentato Irnerio 45C (my voice my void #2), sound performance durational del pianista Marino Formenti. L’appuntamento era un Hole che si è localizzato nella nuova Ala Irnerio dell’Accademia.
Irnerio 45C (my voice my void #2)
“In my voice my void #2 riprendo ad esplorare le possibilità tecniche e musicali del player piano ENSPIRE. L'ENSPIRE è l'ultimissima generazione di disklavier, cioè di pianoforti computer driven: macchine insomma in grado di "suonare da sole". Con un player piano si può non solo, ad esempio, trasformare in musica qualsiasi dato MIDI, ma anche registrare e soprattutto modificare in tempo reale una musica in precedenza eseguita.
Ciò che a me interessa però non sono tanto le possibilità tecniche - troppo facilmente strabilianti - dello strumento, ma piuttosto le relazioni che con questo strumento si possano creare; scoprire eventuali, conseguenti nuove temporalità musicali che ne possano scaturire; interrogare mutazioni, declinazioni, variazioni dell'idea di presenza, la sua messa in discussione, la sua negazione; e anche vedere che relazioni con un cosiddetto pubblico - con gli individui che lo compongono - ne possano derivare.
Nel comporre o improvvisare una performance mi sprono partendo dagli "altri". Mi aizzano testi e messaggi già esistenti, ancora di più se sono distanti nel tempo e nello spazio (salvo appropriazioni; anzi, incluso appropriazioni). Tanto, ho più rispetto per le culture popolari dove al posto del nome di un autore-padrone si scrive "anonimo". E da qualcosa bisogna pur partire, diceva bene Morton Feldman che comunque "si parte dal niente per arrivare a ancor meno". Dovendo fare provvisorio nido tra di voi, ho pensato di mettermi a giocare con genomi e cromosomi di questo luogo: insomma, ne ho visitato un po' le catacombe e le cantine, alla ricerca di storie cruciali, di modelli sonori di questo luogo e di questa Accademia e comunità.
Al centro di queste sei ore stanno frammenti di espressioni musicali del 1956, data di nascita dell' architettura ventre di questi luoghi: la prima pubblicazione delle Variazioni Goldberg di Bach di Glenn Gould; le prime incisioni di un jazz nuovissimo, Lennie Tristano, Thelonious Monk, Bill Evans; la sghemba Milano del Modern Jazz Quartet; la non meno sghemba Terza Sonata di Pierre Boulez e la uguale e contraria Winter Music di John Cage. Insomma anime sfacciate, sfrontate di un momento così bifronte, così ambiguo. La voce dolce e dolorosa e stanca di Chet Baker; la voragine malamente nascosta in una canzonetta di Dalida, Bambino.
Poi altre istantanee sono emerse, altre comunità. Al momento della fondazione della primissima Accademia - il 1582 - anche i testi musicali stavano, perfettamente o malamente, in bilico tra voice e void: tra un accesissimo, esagerato iper-individualismo e la mistica abnegazione che abbracciava in pieno, anzi proprio in estasi, la Controriforma. Orlando di Lasso e Gesualdo - due estremisti della prima ora - ci provavano già allora a farlo quadrare, questo cerchio impossibile.
E per finire il razionalismo - e il misticismo - dei primi decenni del 1700, quando una nuova società e una nuova Accademia nacquero; e si eresse anche il Collegio dei Gesuiti che ne è la sede, mentre i clavicembalisti francesi - d'Anglebert e Clérambault fra gli altri - ammazzavano letteralmente il tempo, proprio il tempo musicale, con qualche ultimo silenziosissimo Prélude non Mesuré.
Ma tutti questi testi - questi messaggi umanissimi anche fin troppo - sono solo gli ingredienti che trovo in frigorifero oggi e qui. Cucina italiana, proprio. Avessi trovato altro mi sarei dovuto arrangiare. Cosa ne resterà, vedremo.
Ah, si vedrà: forse chiederò a chi ci sarà di aiutarmi; forse spererò solo che vi sdraiate con me, come me, ad ammazzare il tempo.”
Hole è un formato che Xing ha iniziato a sperimentare dal 2022, occupando e attivando luoghi non istituzionali come ridefinizione temporanea di uno spazio pubblico.
Il luogo in cui si localizza questo nuovo Hole ha una storia stratificata. Il fabbricato, costruito nel 1956, è stato sede -fino ai primi anni Ottanta- del liceo artistico di Bologna, e mostra i segni compositivi tipici dell’architettura modernista, risultato della collaborazione tra l’architetto Melchiorre Bega e lo scultore Fabio Farpi Vignoli (ideatore anche del teatro dell’Accademia eretto nel 1957 che era l'aula sperimentale per l'insegnamento di scenografia e che ha dato vita -negli anni '90- all'esperienza autogestionale del TPO). In questo edificio, il 28 ottobre 2024, dopo oltre un anno di intenso lavoro di restauro, l’Accademia di Belle Arti di Bologna inaugura la sua nuova Ala Irnerio: circa 2.000 metri quadrati di superficie distribuiti su quattro piani, interamente riqualificata dallo Studio Architetto Egidio Lomi, che include un’ampia sala a piano terra di circa 170 metri quadrati destinata alle attività studentesche, spazio che ospiterà Marino Formenti per questa occasione.
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Wednesday 18 December 2024 from 4 pm to 10 pm Xing, in collaboration with the Academy of Fine Arts of Bologna, presented Irnerio 45C(my voice my void #2), durational sound performance by pianist Marino Formenti, who returned to Bologna after the NOWHERE project (2012). The event was a Hole located in the new Irnerio Wing of the Academy.
Irnerio 45C (my voice my void #2)
“In my voice my void #2 I resume exploring the technical and musical possibilities of the ENSPIRE player piano. The ENSPIRE is the latest generation of disklaviers, i.e. computer driven pianos: machines capable of "playing by themselves". With a piano player you can not only, for example, transform any MIDI data into music, but also record in real time - and above all modify - previously performed music.
What interests me, however, is not so much the technical possibilities of the instrument - which are too easily astonishing - but rather the relationships that can be created with this instrument; to discover any consequent new musical temporalities that may arise from it; to question mutations, declinations, variations of the idea of presence, its probing or its denial; and also to see what relationships with a so-called audience - with the individuals who compose it - can derive from it.
My voice, my void. In the beginning it was the voice: the piano player is fed with texts, moods and passions: with subjective messages, even very intimate ones. But in the beginning it was emptiness: the moods are only good for being dismembered, quartered, boned, stripped. Robbed of their intentions. Reduced to pure and sometimes raw form. They become line, silence, time. Pure and also hard time.
There is nothing more potentially deadly to an aspiring musician than having expressive talent. Just as I have tried in the past with other means (or tricks) to somehow free myself from myself, for example by playing for weeks and weeks non-stop, or making music for just one person for whole days, or playing ABBA with someone who doesn't loved anything else: so I figure the player piano as a new, perhaps a last resort, where I could become in a certain sense untraceable.
Irnerio 45C. Pursuing this musical idea of "destruction" (destruction of an expressive sense, of an idea of the body, of musical time) - and perhaps of palimpsest and rewriting - I start here from the echoes of this space. This new place - which already seems so alive, already conquered and "appropriated" - is built on having razed another, and another; they are spatial and social geometries that are piled up on time, that time ground, pulverized, rendered null (or perhaps not).
When composing or improvising a performance I encourage myself starting from the "others". Already existing texts and messages incite me, even more if they are distant in time and space (except for appropriations; indeed, including appropriations). Anyway, I have more respect for popular cultures, where is written "anonymous" instead of the name of an author-owner. One has to start from something: Morton Feldman used to say that in any case "one starts from nothing to arrive at even less". Having to make a temporary nest among you, I thought I'd start playing with the genomes and chromosomes of this place: in short, I visited the catacombs and cellars a bit, in search of crucial stories, sound models of this place and this Academy and community.
At the center of these six hours are fragments of musical expressions from 1956, the date of birth of the architecture of these places: the first publication of Bach's Goldberg Variations by Glenn Gould; the first recordings of a brand new jazz, Lennie Tristano, Thelonious Monk, Bill Evans; the twisted Milano by the Modern Jazz Quartet; the no less crooked Troisième Sonate by Pierre Boulez, and the equal and opposite Winter Music by John Cage. In short, brazen souls of such a two-faced, ambiguous moment. Chet Baker's sweet, painful, tired voice; the abyss badly hidden in a song by Dalida, Bambino.
Then other snapshots emerged, other communities. At the time of the foundation of the very first Academy - 1582 - even the musical texts were, perfectly or badly, poised between voice and void: between a very heated, exaggerated hyper-individualism and the mystical self-denial that fully- or better ecstatically - embraced the Counter-Reformation. Orlando di Lasso and Gesualdo - two extremists of the first hour - were already trying to make this impossible circle square.
And finally the rationalism - and mysticism - of the first decades of the 1700s, when a new society and a new Academy were born; and the Jesuit College which is its headquarters was also erected, while the French harpsichordists - d'Anglebert and Clérambault, among others - literally killed time, precisely musical time, with some last very silent Prélude non Mesuré.
But all these texts - these very human, even too human messages - are just the ingredients that I find in the fridge today and here. Italian cuisine, indeed. If I had found anything else I would have had to make do. What will remain of it, we will see.
Ah, we'll see: maybe I'll ask whoever is there to help me; maybe I'll just hope you'll lie down with me, like me, killing time."
Hole is a format that Xing has been experimenting with since 2022, occupying and activating non-institutional places as a temporary redefinition of a public space.
The place where this new Hole is located has a layered history. The building, built in 1956, was home to the artistic high school of Bologna until the early 1980s, and shows the typical compositional signs of modernist architecture, as result of the collaboration between the architect Melchiorre Bega and the sculptor Fabio Farpi Vignoli (also designer of the theater of Academy erected in 1957, which was the experimental classroom for teaching scenography, and which hosted - in the 1990s - the independent experience of the TPO). In this building on 28 October 2024, after over a year of intense restoration work, the Academy of Fine Arts of Bologna inaugurated the new Irnerio Wing: approximately 2,000 square meters of surface area distributed over four floors, entirely redeveloped by the Egidio Architect Studio Lomi, which includes a large room on the ground floor of approximately 170 square meters intended for student activities, a space that will host Marino Formenti for this occasion.