Il giudizio della critica, ovvero la critica del giudizio.
Oracolo (intervallo) si potrebbe sintetizzare con questo piccolo calembour, con il rovesciamento del ruolo a cui solitamente il critico teatrale è chiamato. Porre delle domande, piuttosto che rispondere; insinuare dubbi, piuttosto che rassicurare. Ma l’oracolo - è noto - non coincide mai materialmente con la parola della divinità chiamata in causa. Si serve di un altro corpo per manifestarsi. Così, attraverso un medium-performer che funge letteralmente da “mediatore”, Fabio Acca interroga lo spettatore che desidera porsi delle domande sui temi dello spettacolo e della rappresentazione.