La mano nel Sacco è un’azione performativa della regista e performer Silvia Costa e del musicista e sound designer Nicola Ratti, commissionata dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna, curata e prodotta da Xing, nata per un luogo che custodisce la memoria del passato. La performance, che si è tenuta il 6 ottobre 2023, si è sviluppata nelle sale della Pinacoteca che conservano gli affreschi e le sinopie di Mezzaratta, generando una successiva installazione.
La mano nel Sacco è un percorso in prospettiva in cui pubblico e performer avanzano fisicamente e mentalmente, per strati, come il processo visibile sui muri. La performance vive nel movimento d’incontro tra due temporalità: l’una stabilizzata, verticale; l’altra precaria, orizzontale, quella che gli esseri del presente vi sovrappongono.
L’attraversamento è agito da tre figure, Elena Rivoltini, Miranda Secondari e la stessa Silvia Costa, e da Nicola Ratti, autore della composizione elettro-acustica basata su suoni concreti e synth. Un intervento che cerca letteralmente di intonarsi con gli spazi per farli risuonare, in un gioco di apparizioni, di passaggi coreografici per pose e dettagli isolati, dove anche le fonti sonore partecipano al lento movimento.
“Percependo la violenza dello strappo delle immagini dai loro supporti originali, La mano nel Sacco assume lo stesso principio formale nei gesti estranei, per riempire i buchi, le mancanze, riaccendere un dialogo sepolto. Il corpo performativo se ne appropria per riattivare il segreto delle figure, tirarlo giù dai muri, deporlo a terra. Il suono si deposita nello spazio mentre la geografia sonora avanza... Entriamo a passi felpati in un luogo di osservazione silenziosa. Entriamo come ospiti tra questi muri che ereggono davanti a noi vedute verticali, narrazioni frammentate. Una rappresentazione densa di anonimi volti, antichi e temibili. Le performers e il musicista si insinuano tra il loro ritmo, tra un quadro e l’altro. Attraversano lo spazio come una scrittura, da sinistra a destra. Si fanno cogliere nell’atto di specchiarsi con selvaggia vanità in quelle pose di mani ossute, che reggono teste, spade, rami, in quegli sguardi dalle pupille piccole e acute. Rispondono con barbarismi a voci e segni cristallizzati per sempre, per riattivare nel presente quello che è celato tra le immagini, per appropriarsene e metterlo nel sacco.” (Silvia Costa)
Nell’installazione successiva, tutti i contorni della vita della performance - le opere realizzate dall'artista visivo Nicola Martini insieme al resto degli oggetti di scena - restano esposti secondo una drammaturgia spaziale. Sono immagini solidificate e suoni incompleti.
“Proprio come una sinopia, solo i profili delle cose rimangono a ricordarci che un dopo c’è stato. Le ombre dei corpi dei performer giacciono deposte a terra in forme scultoree attraverso il profilo dei loro costumi. Un costume-corpo a guardia di ogni stanza. Insieme a loro, in una composizione, si posano gli oggetti usati, toccati, spostati, e i fili che solidificano la memoria dei loro percorsi. I suoni sono diffusi accanto alle Sinopie come un’eco dello spazio stesso.” (Silvia Costa)
Un mantello, colto nella dinamica del movimento, posa davanti al quadro di San Giacomo alla battaglia di Clavijo, da cui è stato isolato e riprodotto con la tecnica della stampa in 3D. Un grande tessuto di cemento steso a terra - a mostrare la cruda materialità dello strappo murario di molte opere pittoriche del passato - riproduce una di quelle macchie mancanti dagli affreschi trecenteschi, dai contorni indefiniti, come un vuoto plasmabile, una protuberanza sotto cui è nascosto qualcosa. Un carro, tra il tecnico e il medievale, che nella performance ha trascinato il peso degli speakers spostando le sorgenti del suono, è fermo in una delle stanze. Restano adagiati tre cerchi sovrapposti, che hanno isolato le mani delle performers in prese e pose, usati come soglie per afferrarsi in un’altra dimensione. Tre specchi vengono posizionati per riflettere angoli lontani e opposti delle stanze, creando squarci prospettici inaspettati. Mentre da un non-luogo vengono diffusi, tramite trasduttori, i suoni della performance: droni modulati, voci e rumori appoggiati su un supporto poliritmico di pulsazioni.
La mano nel Sacco è restata installata dal 6 ottobre al 5 novembre 2023, prolungando il dialogo con le opere esposte nelle sale della Pinacoteca Nazionale di Bologna.
Il progetto è stato introdotto il 28 settembre 2023 in un incontro pubblico con i due artisti, in dialogo con Maria Luisa Pacelli/Pinacoteca Nazionale di Bologna e Silvia Fanti/Xing, intitolato Provocare la scintilla, condividendo il processo di creazione del lavoro in situ La mano nel Sacco.
La mano nel Sacco
un progetto di Silvia Costa e Nicola Ratti
con Elena Rivoltini, Miranda Secondari e Silvia Costa
suono Nicola Ratti
sculture Nicola Martini
commissionato da Pinacoteca Nazionale di Bologna
cura e produzione Xing
La mano nel Sacco è stato presentato nel quadro di Membrane Culturali, progetto multidisciplinare che intende re-immaginare gli spazi della Pinacoteca Nazionale di Bologna, abitando con differenti linguaggi artistici le sale del museo. Membrane Culturali era parte di Bologna Estate 2023.
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La mano nel Sacco is a performative action by the director and performer Silvia Costa and the musician and sound designer Nicola Ratti, commissioned by the Pinacoteca Nazionale di Bologna, curated and produced by Xing, that premiered on 6th October 2023. The project has been conceived for the museum - a place that preserves the memory of the past - and developed through the Frescoes Hall and the Sinopias Hall which opens onto the large space dedicated to Mezzaratta like a magmatic antechamber in formation. Here the movements between two temporalities met: one stabilized, vertical; the other precarious, horizontal, the one that the beings of the present superimpose. La mano nel Sacco is a perspective path in which audience and performer advance physically and mentally, by layers, like the process visible on the walls.
“Perceiving the violence of the tearing of the images from their original supports, La mano nel Sacco uses the same formal principle of those stranger, barbaric gestures, to fill the holes, the deficiencies, and continue a buried dialogue. The performative body appropriates it: the sound settles in space while the sonic geography advances. ... We stealthily enter a place of silent observation. We enter as guests between these walls that erect vertical views in front of us, fragmented narratives. A dense representation of anonymous faces, ancient and fearsome. Three performers and a musician insinuate themselves between their rhythm, between one fresco and another. They cross the space like writing, from left to right. They are caught in the act of mirroring themselves with wild vanity in those poses of bony hands, which hold heads, swords, branches, in those gazes from small and acute pupils. They respond with barbarism to voices crystallized forever, to reactivate the secret of those figures in the present, pull it down from the walls, lay it on the ground and appropriate it.” (Silvia Costa)
In the resulting installation there were no complete images of the performative crossing. The remains and outlines of the performance were on display according to a space dramaturgy in a dialogue with the works exhibited in the halls, and could be visited for a month (6 October > 5 November 2023).
“Just like a sinopia, only the outlines of things remain to remind us that there was an after. It's already been there. The shadows of the three bodies will lie on the ground through the shapes of their costumes. A costume-body guarding each room. Together with them in a precise composition, the objects that have been used, touched, moved will rest. The threads that have united them in touches and actions will be stretched between the halls, to show the memory of the lines of their paths. The sounds will be diffused in the Sinopias Hall without the source being seen, like an echo of the space itself.“ (Silvia Costa)
The performance was preceded, on 28 September, by the talk Provocare la scintilla with the artists and curators that recounted their creative process.
La mano nel Sacco
project by Silvia Costa e Nicola Ratti
with Elena Rivoltini, Miranda Secondari and Silvia Costa
sound Nicola Ratti
sculptures Nicola Martini
commission of Pinacoteca Nazionale di Bologna
curated and produced by Xing
La mano nel Sacco has been presented within Membrane Culturali, a multidisciplinary program that intends to re-imagine the spaces of the Pinacoteca Nazionale di Bologna, inhabiting the rooms of the museum with different artistic languages. Membrane Culturali was part of Bologna Estate 2023.