Erro: mi è venuta la parola. Essa parla di un po’ di tutto, come tutte le parole. Di “un modo di camminare, di andare”, dice il dizionario, della “velocità acquisita da una nave su cui non agisce più il propulsore” e anche “di orme di un animale”. Parola molto ricca, come si può vedere, che parla di andatura, di mare e di animale, e che nasconde ben altri echi: “errare: – allontanarsi dalla verità… andare su e giù, a caso, all’avventura”. J.-J.Rousseau lo dice: “viaggiare per viaggiare, significa errare, essere vagabondo”. Ma anche “manifestarsi qua e là, e fuggevolmente, su diversi oggetti, sorridere a fior di labbra”.
(F. Deligny, Œuvres)
Parentesi parte dall’utilizzo di una tecnologia audio abusata -il microfono binaurale- per generare un’esperienza di deragliamento della percezione: un ‘aumento’ che, attraverso lo sfasamento, ricentra il piano abituale dello spazio uditivo. Da dove arriva quel suono? La testa e le orecchie -ossa e carne- riflettono i suoni un attimo prima che cadano nei canali uditivi fornendo indizi utili a capirne la provenienza.
In Parentesi Standards conduce attraverso questi microfoni l’ascolto in cuffia di chi avrà voglia di provare l’esperienza. A pochi metri di distanza, uniti solo da un cavo, quattro orecchie abitano lo stesso luogo creando una parentesi percettiva all’interno della quale muoversi insieme: chi sta dietro osserva e ascolta tutto quello che accade poco più avanti. Vedo i tuoi gesti, ne faccio di simili ma sento i tuoi passi, ascolto tutto ciò che incontri, che è lo stesso che incontro anche io, ma in leggero anticipo o ritardo.
Dentro questa parentesi, che potrebbe sembrare una diminuzione isolata del reale, nello sfasamento tra il fare, il vedere e il sentire, nasce un rituale di avvicinamento, di ascolto e di osservazione che trova il suo senso profondo in una prossimità non coincidente.
Istruzioni:
Avvicinati al performer.
Siete a pochi metri di distanza.
Tu senti, la performer ascolta.
Osserva.
Abitiamo lo stesso spazio.
Parentesi
di e con Attila Faravelli, Nicola Ratti, Michele Lori, Roberta Pagani, Enrico Gilardi
produzione Standards, Xing/Live Arts Week
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I wander: I got the word. It speaks of a bit of everything, like all words. Of “a way of walking, of going”, says the dictionary, of the “speed acquired by a ship on which the propeller no longer acts” and also “of the footprints of an animal”. A very rich word, as you can see, that speaks of pace, of the sea and of animals, and that hides many other echoes: " wander: - distance yourself from the truth ... go up and down, at random, on an adventure". J.-J. Rousseau says: “travel fopr travel’s sake is to wander, to be a vagabond”. But also "manifesting oneself here and there, and fleetingly, on different objects, smiling at the edge of the lips".
(F. Deligny, Œuvres)
Parentesi starts from the use of an abused audio technology - the binaural microphone - to generate an experience of derailment of perception: an 'increase' which, through displacement, re-centers the usual plane of the auditory space. Where does that sound come from? The head and ears - bone and flesh - reflect sounds just before they fall into the ear canals, providing clues to understand where they come from.
Through these microphones, Standards’ crew leads the listening through headphones to those who want to try the experience of Parentesi. A few meters apart, joined only by a cable, four ears inhabit the same place, creating a perceptual parenthesis within which to move together: whoever is behind observes and listens to everything that happens a little further on. I see your gestures, I make similar ones but I hear your footsteps, I listen to everything you encounter, which is the same one that I also meet, but slightly anticipated or delayed.
Within this parenthesis, which could seem an isolated diminution of reality, in the mismatch between doing, seeing and feeling, a ritual of approaching, listening and observing is born, which finds its profound meaning non-coincident proximity.
Instructions:
Get closer to the performer.
You are just a few meters apart.
You hear, the performer listens.
Observe.
We live in the same space.
Parentesi
by and with Attila Faravelli, Nicola Ratti, Michele Lori, Roberta Pagani, Enrico Gilardi
production Standards, Xing/Live Arts Week