Sabato 1 giugno dalle ore 19 alle 22 e domenica 2 giugno 2024 dalle ore 17 alle 20 Xing presenta nella Sala delle Ciminiere di MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna, in prima italiana, la durational performance MIKE dell’artista canadese Dana Michel.
MIKE è una performance che, nel corso di due appuntamenti di tre ore l’uno, riflette sulla cultura del ‘lavoro’ condividendo un’esperienza che dischiude una ribellione silenziosa, che si prende il suo tempo. Con questo lavoro Dana Michel apre una breccia nelle norme sociali da una posizione di curiosità piuttosto che di provocazione, introducendo delicatamente presunte ‘figure marginali’ al centro del discorso. La performer crea una serie di situazioni che si sviluppano attraverso una propria logica interna. Si muove in un mondo di oggetti a cui dà nuovi significati e funzioni, lontano da un pensiero binario e lineare, riflettendo tra le righe sulla sua formazione aziendale, sul lavoro d'ufficio che ha svolto per anni, e sul suo presente personale e professionale, evocando un futuro lavorativo rivoluzionario e inclusivo. Con umorismo e sensibilità mette in discussione le nostre stesse modalità di esistenza. MIKE dispiega un’ecologia legata al tempo – slow down – che emerge da un orizzonte di oggetti e procedure spogliate di ogni valore funzionale. C’è una certa orizzontalità nell’approccio ai materiali e alla dimensione spaziale e temporale dal quale traspare un pensiero non gerarchico. Per Dana Michel “la creazione e produzione di MIKE sono anche un impegno a evidenziare l'idea che senza fiducia in noi stessi e negli altri è impossibile vivere vite pubbliche che riflettano la nostra vita interiore. Ristagniamo in uno stato di semi-vita e disarmonia... intrappolati nel traffico infinito di non sapere come rispettare o addirittura riconoscere veramente l'altro. Dobbiamo credere l'uno nell'altro.”
“Ciò che condivido con il pubblico è un amalgama, un sistema di pensieri, suoni, silenzio e dissonanze che ha raggiunto, nel tempo, una densità che posso esplorare in pubblico. Dettagli minuti emergono nella mia visione cinetica rendendo manifesti piccoli movimenti, risonanze, colori, textures. Entro in grande intimità con tutto ciò e lo condivido. Voglio rendere visibile il processo di riflessione. Uso la difficoltà come metodologia di navigazione, per spingere le mie performance in luoghi di vulnerabilità e scoperta. È da qui che posso ascoltare da una distanza più ravvicinata e condividere con gli altri. Pensare agli esseri come portali matematici, costituiti da miliardi di possibilità, approfondisce questo ascolto. Ciò che offro nella performance è un deposito di segni che rimane aperto all’interpretazione, un vasto spazio per incontrare e ampliare la propria logica di vedere e sperimentare.
Con MIKE sono interessata ad esplorare come cambia il mio coinvolgimento e quello del pubblico. Già entrare in un edificio che non è uno spazio teatrale provoca sottili cambiamenti. So che il concetto di fiducia è lì, che scorre e porta alle scelte che faccio. Sento davvero il bisogno di esplorare questo argomento e non credo di essere l’unica. Quindi confido che possa entrare in risonanza con chi è presente. Come per tutti i miei lavori, non sto cercando di illustrare nessun soggetto particolare. Ciò che mi interessa principalmente è creare più spazio per una diversità di prospettive e di modi di essere e di vivere. Sembra evidente che le nostre società sono state costruite sulla base di modelli di efficienza personale. Il mio lavoro mira ad allentare le redini dei nostri comportamenti sociali e a generare più spazio nel processo. Mi sembra che questo sia l’unico modo in cui possiamo evolvere insieme: creando più spazio per tutti. È una proposta forse idealistica e, allo stesso tempo non lo è per niente.” (D.M.)
Trust studies
Ho steso tre punti che chiariscono i nuclei attorno ai quali ho scolpito questa proposta performativa:
1) IO/TU/LORO devo avere fiducia nel fatto che non possiamo continuare a lavorare in modo sano e coerente con modalità e ambienti che non sono stati progettati per una diversità di menti e sperare di prosperare o addirittura sopravvivere;
2) IO/TU/LORO devo avere fiducia nel fatto che ‘le arti’ sono il luogo in cui approda una grande percentuale di esseri umani con menti molto diverse per prendersi una tregua, alla ricerca di un rifiorire. Gli artisti, il pubblico e i lavoratori della cultura ricercano un luogo in cui costruire altre possibilità di esistenza nel mondo, e tutti noi potremmo trarre grandi benefici dal passaggio a una modalità che rifletta un maggiore riconoscimento di questa diversità di menti nelle nostre pratiche di lavoro quotidiano;
3) IO/TU/LORO devo avere fiducia e credere nelle mie/vostre/loro esperienze interiori per difenderle e costruire futuri sostenibili e possibilmente utili agli altri. Dobbiamo modellare il rispetto di noi stessi. Ho esplorato questi bisogni attraverso una riflessione performativa sulla cultura del ‘lavoro’, riflettendo sulla mia formazione aziendale e sul lavoro d'ufficio che ho fatto in passato, sul mio presente amministrativo, personale e professionale e sull'evocazione di un futuro lavorativo rivoluzionario e inclusivo.
Dana Michel è artista, coreografa e performer basata a Montreal, Canada. Prima di conseguire un BFA in Contemporary Dance alla Concordia University, poco più che ventenne, è stata marketing executive, corridore agonista e giocatrice di football. Dana Michel esplora l'identità come molteplicità disordinata, con una pratica ‘expanded’ che si nutre di coreografia, improvvisazione, gesto intuitivo, performing arts, cinema, hip-hop, techno, poesia, psicologia, dub e commento sociale. In scena si appropria di oggetti, rimastica storia personale, desideri futuri e preoccupazioni attuali, partendo dai concetti di alchimia performativa e bricolage post-culturale, e creando una centrifuga empatica fra lei e i suoi testimoni. Dal 2012 ha realizzato opere performative in solo: Yellow Towel, Palna Easy Francis, Mercurial George, Cutlass Spring e MIKE. Nel 2014 ha ricevuto l'Impulstanz Award di Vienna ed è stata inclusa fra le coreografe più apprezzate dell'anno dal New York Times; nel 2017 le è stato assegnato il Leone d'Argento per l'Innovazione alla Biennale Danza di Venezia; nel 2018 è stata la prima dance-artist in residenza al National Arts Centre di Ottawa, in Canada; nel 2019 le è stato assegnato il Premio Internazionale ANTI Festival for Live Art a Kuopio, Finlandia.
Dove
MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna
Via Don Minzoni 14 – Bologna
www.mambo-bologna.org facebook.com/MAMboMuseoArteModernaBologna instagram.com/mambobologna twitter.com/MAMboBologna
Ingresso
E 10,00
La performance dura 3 ore circa. E’ possibile arrivare, circolare, lasciare lo spazio in qualsiasi momento.
Con lo stesso biglietto è possibile accedere in entrambe le giornate.
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info@xing.it
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Saturday 1 June from7 pm to 10 pm, and Sunday 2 June 2024 from 5 pm to 8 pm Xing presents at MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna the durational performance MIKE by Canadian artist Dana Michel (Italian première).
MIKE is a performative reflection about labor and ‘work’ culture that Dana Michel develops in the empty spaces of the museum over the course of two long events: a shared experience with the audience revealing form the fringes a silent rebellion that takes its time. Michel breaches social norms from a position of curiosity rather than provocation, gently ushering supposed ‘marginal figures’ to the center of the conversation. She creates a series of situations that develop through their own internal logic, and moves in a world of objects to which she gives new meanings and purposes, away from binary and linear thinking. With humor and sensitivity she questions our very modes of existence, starting from a reflection on her business education and office work past, her personal and professional present, and a conjuring of a working revolutionary and inclusive future. MIKE proposes a certain horizontality in the approach to materials and dimensions of space and time - slow down - that follows non-hierarchical thinking. An ecology unfolds emerging from a horizon of objects that echo procedures stripped of any functional value. For Dana Michel “the creation and production of MIKE is a commitment to highlighting the idea that without trust in ourselves and in others, it is impossible to safely live public lives that reflect our interior lives. We are sure to stagnate in a state of half-life and disharmony... gridlocked in the endless traffic of not knowing how to respect or even truly recognize the other. We must believe in each other.”
“What I share with the public is an amalgam, a system of thoughts, sounds, silence and dissonances that have reached, over time, a density that I get to explore in public. Minute details pop into my kinetic vision, manifesting movements, resonations, colours and textures. I become very intimate with all of this and then share them loud. I want to make visible the process of thinking about a question. Using difficulty as a navigational methodology comes naturally and coerces my performances into places of vulnerability and discovery. This is where I am able to listen at closest range, and to share with the least hesitation. Thinking about beings as mathematical proofs or portals, made up of billions of possibilities, deepens this listening. My offering is a repository that remains open to interpretation, a vast space for encountering and broadening one’s own logic of seeing and experiencing.
With MIKE I'm interested in exploring how it shifts my and the audience’s engagement. Even entering a building that is not a theater space brings about subtle changes in the mindset that we bring to experiencing a performance and in how we inhabit our bodies while preparing to watch and while watching other bodies in action. I know that the notion of trust is there, that it flows through and leads to the choices I make. I really feel the need to explore this subject, and I don’t think I’m the only one, so I trust that it will resonate with those who are present.As with all my works, I’m not trying to illustrate any particular point.I’m mainly interested in creating more space for a diversity of perspectives and of ways of being and living.It seems evident that our societies have been constructed based on models of efficiency. My work is aimed at loosening our social reins and behaviours and at generating more space in the process. It seems to me this is the only way we can evolve together: by creating more space for everyone. It’s a proposal perhaps idealistic, and at the same time, not at all.” (D.M.)
Dana Michel is a live artist based in Montreal, Canada. Her works interact with the expanded fields of improvisation, choreography, sculpture, comedy, hip-hop, cinematography, techno, poetry, psychology, dub and social commentary. Her artistic practice is rooted in exploring identity as disordered multiplicity. She works with notions of performative alchemy and post-cultural bricolage, using live moments, object appropriation, personal history, future desires and current preoccupations to create an empathetic centrifuge of experience between her and her witnesses. Before graduating from the BFA program in Contemporary Dance at Concordia University in her late twenties, she was a marketing executive, and a competitive runner and football player. Since 2012 she created solo performance works including Yellow Towel, Palna Easy Francis, Mercurial George, Cutlass Spring and MIKE. In 2014, she was awarded the ImPulsTanz Award (Vienna) in recognition for outstanding artistic accomplishments, and was highlighted among notable female choreographers of the year by the New York Times. In 2017, she was awarded the Silver Lion for Innovation in Dance at the Venice Biennale. In 2018, she became the first ever dance artist in residence at the National Arts Centre in Ottawa, Canada. In 2019, she was awarded the ANTI Festival International Prize for Live Art in Kuopio, Finland.
Where
MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna
Via Don Minzoni 14 – Bologna
www.mambo-bologna.org facebook.com/MAMboMuseoArteModernaBologna instagram.com/mambobologna twitter.com/MAMboBologna
Tickets
E 10,00
The performance is 3 hours long. The public is encouraged to stay for the full length of it to feel the complete experience, but there is full autonomy: anyone can arrive, leave and circulate at any point.
With the same ticket one can access on both days.
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