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Versione

Confusamente il Novecento

Presentazione del libro di Giampiero Cane

26/10/2006 - 26/10/2006
Raum Bologna

Giovedi 26 ottobre 2006 Raum ospita la presentazione del libro Confusamente il Novecento di Giampiero Cane (CLUEB) con ascolti musicali a cura dell’autore e opinioni dal vivo di Giordano Montercchi, critico musicale, e Valerio Dehò, critico d’arte.
 
La musica del Novecento vista attraverso lo sguardo attento di un celebre critico  musicale italiano, che alterna in questo saggio un approccio teorico che analizza i motivi  estetici e contenutistici dei diversi generi musicali del ‘900 ad un approccio tecnico/pratico  che mette in evidenza gli strumenti e i modi di produrre musica. 
 
Secolo oltremodo lungo, per la vita della musica, il Novecento ci obbliga a registrare  una varietà e ricchezza d’idee e di pratiche quanto, forse, nessun’altra epoca storica. Nel  suo decorso si modificano, arricchendosi, i materiali che i musicisti usano per esprimersi  creativamente; vengono guadagnati all’espressione strumenti linguistici nuovi che servono  alla costruzione degli oggetti estetici; si allarga, uscendo dai confini occidentali e da quelli  della pratica istituzionalizzata, l’attenzione all’insieme del pensiero che ha concepito idee  in relazione al sonoro musicale; si assiste al nascere, definirsi ed affermarsi di un nuovo  modello di musicalità; infine tutto è rimesso in discussione e in gioco da una nuova teoria  musicale che prende corpo a metà del secolo. Non è poco, per un arco di tempo men che centenario, per quello che altri, da un  differente punto di vista, ha definito «il secolo breve».
Particolarmente vivace, inoltre, l’evolversi delle cose musicali negli anni del primo  quarto del secolo, quando ancora la cultura borghese non era arretrata dinanzi a quella  sopravveniente, di massa e, parallelamente, non avevano ancora trovato terreno fertile le  demagogie nazionalpopolari che si sarebbero solidamente impiantate in Europa solo nel  secondo quarto del Novecento. A queste ultime va addebitato, da un lato, il carattere regressivo e autoritario, e nel contempo – sia pur nella loro pratica solo propagandistica ed  euforizzante – il trionfo dei grandi numeri.   (dalle note di copertina)
 
Giampiero Cane (1937) è stato titolare degli insegnamenti di Civiltà musicale afroamericana e di Teoria dell'improvvisazione all'Università di Bologna. Dal 1975, quando Armando pubblicò il suo Il consumo della musica, ha dato alle stampe diversi libri, editi presso Guaraldi, Clueb e Manifestolibri. Nel 1964 ha cominciato un'attività giornalistica quale critico musicale per l'Avanti!,collaborando occasionalmente anche con altri quotidiani. Nel 1972 ha cominciato a scrivere per Il Manifesto, firmando cronache musicali, finché la testata è vissuta, anche per Il Quotidiano dei lavoratori. Tra le maggiori riviste musicologiche, ha scritto centinaia di interventi pubblicati, tra le altre testate, da Achab,Disclub,Jazzland,Jazz,Blue Jazz,la Nuova rivista di musicologia, Musica-Realtà,Lo Spettatore musicale e Il Saggiatore
musicale. Qualcosa di suo può essere letto anche nelle pubblicazioni della Biennale di Venezia.