Mercoledi 15 novembre alle 22.00 Xing e εὖ eû (eu eu) presentano a Raum Sound walks from Medjugorje, sound performance della polistrumentista irlandese Aine O'Dwye.
Sound Walks from Medjugorje è un progetto della musicista Aine O'Dwyer nato dopo un viaggio di ricerca nel sito di pellegrinaggio della Bosnia Erzegovina nell'ottobre 2016. Interessata a collezionare varie narrative acustiche del luogo, dai silenzi ai canti celebrativi delle tante persone raccolte durante le cerimonie, l'artista afferma di comporre delle 'intimità uditive'. Memorie sonore attinte dall'infanzia cattolica irlandese influenzate dalla tradizione medievale e dal folklore gaelico. Nelle sue recenti pubblicazioni Aine si relaziona con le capacità acustiche e meccaniche dell'organo a canna. Opere sospese che esplorano i registri espressivi dello strumento tra risonanze modulate o fraseggi melodici e vocali.
εὖ eû, una ramificazione inversa dell’esperienza di Euphorbia, quella costellazione di organismi - droni elettronici, rumore bianco, strane melodie, frequenze basse - che una casa bolognese ha ospitato per tre stagioni di concerti dal 2014. Ora, con la cura di appuntamenti mensili a Raum, pur mantenendo la stessa radice, si libera da un preciso spazio fisico, intendendo scavalcare alcuni orizzonti sonori, cercando di contestualizzare l’ascolto in un’esperienza più ambientale che puramente fisica.
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Wednesday 15th november at 10pm Xing and εὖ eû present at Raum Sound walks from Medjugorje, a sound performance of the Irish multi-instrumentalist Aine O'Dwye.
Sound walks from Medjugorje is a collection of audio documents from a week long research trip spent by Aine O'Dwye in Medjugorje in 2016. The sound project celebrates the various narratives derived from the silence of the apparition, monophonic choruses of tanoy reflections, the chorus of beating sticks and the mass of the weeping knee. Where play is essential for creation, both found and chance choreographies have the potential to recreate dominant architectural and ideological structures.
εὖ eû is an inverse ramification of Euphorbia’s habitat, a constellation of organisms - electronic drones, white noise, strange melodies, low frequencies - that one bolognese home has hosted for three concert seasons since 2014. While maintaining the same root, it frees itself from the physical space, wanting to overcome certain sound horizons trying to contextualize the listening in a more environmental and not purely physical experience.