Martedi 23 febbraio alle 21.30 Xing e Work.lab | Accademia di Belle Arti di Bologna presentano negli spazi di Raum gli esiti del laboratorio La lingua degli affetti e del desiderio condotto dall’artista Cesare Pietroiusti insieme a venti giovani artisti e studenti d'arte selezionati attraverso un bando. Il progetto è coordinato da Lelio Aiello, docente dell'Accademia di Belle Arti di Bologna.
Il laboratorio si è interrogato sull’importanza della competenza relativa alla propria lingua madre per il lavoro, per la ricerca, per la comunicazione artistica. In una situazione in cui il dominio del Basic English rischia di determinare un appiattimento e una semplificazione del pensiero, oltre che delle modalità comunicative, si può pensare ad un rilancio di un uso raffinato, consapevole e complesso della lingua italiana in un ambito tanto intimo (e forse poco analizzato socialmente) quanto decisivo, quale quello erotico-sessuale? Cesare Pietroiusti e i partecipanti del lab che si è tenuto nel corso di tre settimane tra l'Accademia di Belle Arti e Raum, hanno provato ad esplorare, condividendo esperienze e momenti di sperimentazione, i campi dell'enunciazione, del lessico, della fonetica, connessi all'espressione degli affetti e del desiderio, così come quelli delle particolarità delle funzioni della lingua come organo anatomico, sede di forme spiccate di sensibilità e, a volte, oggetto di tabù.
Con: Riccardo Ambiveri, Davide Bartolomei, Veronica Billi, Gerardo Brentari, Barbara Cardella, Marco Casella, Matilde Cassarini, Tiziana De Felice, Anna Dissabo, Mimì Enna, Marco Fontichiari, Elena Genco, Gianfranco Mazza, Floriana Mitchell, Mattia Pajè, Chiara Prodi, Simona Saggion, Simone Tacconelli, Agata Torelli, Yelena Yang.
Tuesday 23rd february at 9.30 pm Xing and Work.lab present at Raum the outcome of the workshop La lingua degli affetti e del desiderio led by the artist Cesare Pietroiusti along with young artists and art students selected through an open call. The project is coordinated by Lelio Aiello, professor of the Academy of Fine Arts in Bologna.
The workshop focuses on the relevance of the individual competence in one's own mother tongue. Is such competence important for contemporary artistic research, or it can be - as it often de facto happens - substituted with Basic English? Might a situation in which Basic English predominance in international transmission of culture determine an impoverishment of thought as well as of the modalities of communication? Is it possible to imagine a counterintuitive relaunch of Italian language, in particular in the context of a refined and complex use of it as a language of desire, of erotic and sexual relations? Pietroiusti and the young artists who take part in the 3-weeks workshop at Raum and Accademia shared experiences and explore dthe fields of enunciation, of lexicon, of phonetics, as well as the physical aspects of the tongue, that are connected to the different ways of expressing affects and desire.