Xavier Garcia Bardo (Saule) e Mirco Santi propongono qui un nuovo dispositivo che prevede l'uso del superotto e del vinile, materiali obsoleti, ma in quanto tali, paradossalmente capaci ancora di notevoli possibilità esplorative, lontano da una logica di chiusura narrativa e di senso, si fissano delle coordinate e si lascia alla materia il compito sperimentale di rifuggirle e stravolgerle.