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Auditory Scene Resynthesizer

 Florian Hecker

 
 

Florian Hecker, storico protagonista della musica elettronica contemporanea, lavora sul suono di sintesi e sull’esperienza dell’ascolto in relazione ai fenomeni percettivi e all’acustica degli spazi architettonici. Con Auditory Scene Resynthesizer dà vita a una nuova prospettiva sonora, eccitando la mente nella produzione allucinatoria di oggettualità. Cosa sentono le macchine dove l’ascolto umano non arriva? Nel corso della performance sonora crea chimere auditive esplorando risoluzioni percettive quasi inaccessibili all’uomo. Hecker adotta un approccio granulare al suono, che viene trattato come una serie di elementi discontinui, andando a formare un arcipelago sonoro. Adotta a tale riguardo una procedura ricorsiva di Ri-mediazione in cui il suono continua a essere rielaborato o re-imparato dalle macchine, in un sé stesso che si aggiorna in versioni sempre nuove. Dopo anni di lavoro sull’analisi granulare del suono e della voce trattati come codice e linguaggio, si interessa attualmente al processo inverso: le sintesi umanizzate del prodotto computazionale come base di indagine sulle peculiarità dell’ascolto individuale. Una ricostruzione che parte da una prospettiva neuronale: la codificazione del suono in quanto sensazione. Si tratta di una ricerca sugli effetti del suono che privilegia l’elusività del timbro. Fenomeni minimi ed evanescenti come il luccichio di una perla o il rosseggiare di un tramonto sono il corrispettivo del timbro sul piano visivo: implicano un labirinto radiante di non uniformità. Hecker aggiorna così la comprensione dell'acusmatica. I suoni che evoca possono apparire dal nulla, non avendo alcun punto di origine o fonte identificabile, presupponendo una comprensione diversa dei corpi e dell'incarnazione.

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Florian Hecker, a long-standing figure in the contemporary electronic music scene, works with synthetic sound, and the experience of listening in relation to perceptive phenomena and architectural spaces’ acoustics. With Auditory Scene Resynthesizer he brings a new sonic perspective to life, exciting the mind in the hallucinatory production of objectivity. What do machines hear that human cannot? In his sound performances he explores degrees of perceptual resolution hitherto inaccessible via human listening. Hecker adopts a granular approach to sound, which is treated as a series of discontinuous elements, forming a sound archipelago. In this respect he adopts a recursive procedure of Re-mediation in which sound continues to be reworked or re-learned by machines, in a self-updating process that leads to endless new versions. After years of work on the granular analysis of sound and voice treated as code and language, he is currently interested in the inverse process: the humanized syntheses of the computational product as a basis for investigating the peculiarities of individual listening. A reconstruction that starts from a neuronal perspective: the encoding of sound as sensation. It is research on the effects of sound that privileges the elusiveness of timbre. Minimal and evanescent phenomena such as the shimmering of a pearl or the reddish shade of a sunset are the equivalent of timbre on a visual level: they involve a radiating maze of nonuniformities. Hecker turns the understanding of acousmatics. The sounds he summons forth may well appear out of nothing, having no identifiable point of origin or source, assuming a very different understanding of bodies and embodiment.